Tasse: i piccoli imprenditori sempre più tartassati

Le ultime analisi della CGIA mostrano risultati a dir poco drammatici per quel che riguarda il pagamento delle tasse eseguite dai piccoli imprenditori o dai lavoratori autonomi.

In pratica, è stato rilevato che queste figure subiscono una pressione fiscale superiore ai 4,4 miliardi di euro e il dato allarmante è che questo importo supera di gran lunga quello pagato dalle aziende di medie e grandi dimensioni.

Nello specifico, nel 2018 sia le piccole imprese che i liberi professionisti hanno versato allo Stato ben 42,3 miliardi di euro.

Un contributo importante visto e considerato che nonostante le piccole dimensioni hanno subito una pressione fiscale pari al 53%.

Tutte le altre imprese invece (medie e grandi dimensioni) hanno versato 37,9 miliardi di euro, il che significa che hanno contribuito solo per il 47%, insomma si tratta di un fatto che non può di certo passare inosservato, anche perché, il piccolo imprenditore per quanto possa guadagnare, non potrà mai eguagliare un’azienda di medie dimensioni in termini di fatturato.

Senza contare poi, che oltre la pressione fiscale che il piccolo imprenditore subisce, deve fare i conti con i pesanti ritardi nei pagamenti da parte delle PA oltre ad avere delle serie difficoltà per poter accedere al credito bancario.

Di fronte a questa realtà alquanto spiacevole, l’individuo si trova costretto a chiudere i battenti perché oramai non riesce più a gestire la situazione.

Secondo un altro rapporto della CGIA nei primi mesi del 2019 le imprese che sono state costrette a chiudere per quanto sopra menzionato, sono state ben 6.500, un dato davvero molto sconcertante.

Per chi si trova in seria difficoltà e non sa come gestire la propria situazione economica perché aggravato dalla pressione fiscale, è disponibile online un team di specialisti esperti in assistenza legale .

Grazie alla competenza e preparazione, verrà garantito un servizio di pianificazione fiscale, diminuendo la percentuale che grava sull’attività, tutte le procedure saranno svolte secondo la legge senza violare alcuna norma.

Non verrà messo a rischio alcun imprenditore, ma al contrario, la mission della società è quella di tutelare l’individuo.

Piccoli imprenditori: comune che vai, tasse che trovi

Ecco un altro fatto drammatico: secondo l’Osservatorio della CNA emerge che un negozio al Nord rispetto a uno al Sud viene tassato di meno.

Per fare un esempio chiaro, è stato rilevato che, un’attività di parrucchiere a Trento viene tassato meno rispetto a Reggio Calabria.

Ma perché sussiste questa differenziazione?

Questa volta dipende dal comune di appartenenza.

Infatti, ogni comune è libero di fissare la tassa sui rifiuti a proprio piacimento, stessa cosa dicasi per le altre tassazioni, della serie: occupazione del suolo pubblico, occupazione degli immobili strumentali che servono per fare attività.

Quindi si può facilmente intuire come per un piccolo imprenditore del sud possa essere ancora più difficile riuscire a restare a galla.

Da una ricerca è emerso che è meglio aprire una qualunque attività al Nord in particolar modo a Trento o a Gorizia, che a Reggio Calabria, la percentuale di tassazione è elevatissima, 54,3% pesa a Goriza contro il 73,2% a Reggio Calabria.

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