LE BASI DEL MIRACOLO TEDESCO

L’export della Germania

Principale economia dell’Unione Europea e della Zona Euro, la Germania ha il proprio punto di forza nelle esportazioni. Si tratta di volumi molto elevati ed in forte crescita da anni, come risulta dal paragone con Francia ed Italia. La predominanza tedesca a livello di esportazioni ha iniziato ad affermarsi sul finire degli anni ‘novanta per poi accrescere notevolmente dall’inizio del nuovo millennio.

Caratteristica dell’economia tedesca è l’alto livello di internazionalizzazione. Nel corso degli ultimi anni il paese ha accresciuto la propria presenza nei principali mercati esteri, soprattutto, in particolare quelli emergenti.

La Germania, fortemente orientata all’internazionalizzazione, esibisce una forte competitività delle aziende e dei prodotti tedeschi, specificatamente nel settore industriale-manifatturiero. Al riguardo bisogna ricordare glie elevati investimenti destinati a innovazione, ricerca scientifica e tecnologica

Ulteriore peculiarità della Germania è la moderazione salariale, perseguita per non perdere competitività sui mercati, e l’abitudine delle parti sociali di associare gli incrementi salariali agli aumenti di produttività dei lavoratori.

Il surplus della bilancia commerciale

Nel corso degli ultimi dieci anni la Germania si è caratterizzata per il forte surplus della bilancia commerciale.

Favorire le esportazioni ed il mercato estero significa che le imprese tedesche trascurano la domanda interna e abbassano i consumi interni al paese. Ciò comporta forti difficoltà per i partner e fornitori della Germania, ovvero, in primo luogo, Italia. Al riguardo bisogna notare che, sul mercato estero, la Germania finisce per togliere quote di mercato, in singoli settori, ai propri competitors europei; questi ultimi, inoltre, avendo come partner principale la stessa Germania, subiscono una forte riduzione della domanda esterna.  

Disinflazione competitiva

Per favorire le esportazioni i tedeschi hanno optato per una forma di ‘disinflazione competitiva’, ovvero una leggera riduzione del tasso di inflazione dei prezzi, soprattutto nel breve periodo.

La politica economica perseguita dalla Germania appare in linea con la tradizione economica tedesca – l’ordoliberalismo – che si è sempre incentrata su due aspetti: la stabilità dei prezzi e la moneta forte. In caso di crisi non si agisce, dunque, applicando una politica monetaria espansiva o tramite l’espansione del deficit fiscale. Le reazioni alla attuale crisi causata dal Corona virus appaiono, in tal senso, un’eccezione alla tradizionale linea economica perseguita dalla Germania.

I precedenti storici

Due antecedenti storici sono da considerare per comprendere la situazione attuale: la riforma del lavoro attuata da Schroeder e l’aumento dell’IVA da parte di Merkel.

La riforma di Schroeder

Durante la crisi dell’inizio degli anni ’90, l’Amministrazione Schroeder riformò il modello tedesco.

Le misure intraprese furono:

  • aumento della flessibilità del mercato del lavoro, ovvero maggiore facilità di licenziamento e aumento del part-time;
  • riduzione dei sussidi di disoccupazione: per rendere maggiormente competitive le imprese si ridusse il livello di protezione dei lavoratori e si accrebbe la possibilità di licenziamento.

Merkel e l’aumento dell’iva

Eletta nel 2005, Angela Merkel, nel gennaio del 2007, aumentò l’IVA dal 16% al 19%.

Grazie a ciò si ebbe la riduzione della spesa pubblica, una priorità della nuova amministrazione e venne notevolmente innalzato il livello di competitività delle imprese.

L’aumento dell’IVA, in particolare, accrebbe la competitività delle imprese tedesche esportatici, che ora pagavano meno tasse; al contrario, tale manovra finì per penalizzare le imprese straniere il cui mercato di sbocco è la Germania: si tratta dei suoi principali partner commerciali, Francia, Italia e Spagna.

La politica economica e fiscale della Germania

La politica fiscale ed economica tedesca si presta facilmente all’accusa – mossa da più parti – di danneggiare i partner comunitari per il proprio tornaconto. In passato, per recuperare la competitività persa a causa delle crisi la Germania aveva adoperato la leva fiscale, cosa che le consentiva di aumentare, in maniera artificiosa, le esportazioni e di accaparrarsi – a scapito dei suoi partner europei – crescenti quote di mercato. Una politica economica che può essere definita come ‘disinflazione competitiva’.  

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